Aeroporto, contromossa di Sea: cda a 11 o niente
BERGAMO — Nuovo colpo di scena nella vicenda delle nomine Sacbo, la società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio. Secondo indiscrezioni filtrate da ambienti milanesi, il proposito tutto orobico di allargare il consiglio di amministrazione a 10 componenti non avrebbe trovato concorde Sea.
La società milanese, che detiene le quote di Linate e Malpensa e il 30 per cento delle azioni di Orio, non sarebbe disponibile a un consiglio d’amministrazione ampliato nella maniera prospettata dagli azionisti bergamaschi che detengono – fra pubblico e privato – il 69,04 per cento della quote dell’aeroporto orobico.
Sea pare indisponibile a discutere un allargamento dedicato solo alla compagine bergamasca – composta da Comune, Provincia, Camera di Commercio, Confindustria, Italcementi, Ubi Banca e Credito Bergamasco – e sarebbe pronta a stoppare eventuali sortite. Il cda, è trapelato da Milano, dovrà restare a 9 consiglieri. Se proprio si volesse allargare, si dovrà andare a 11, riequilibrando anche il numero di delegati espressi dai milanesi.
L’idea di allargare a 10 componenti era arrivata in fase di trattativa fra i soci bergamaschi, quando è parso chiaro che gli industriali avrebbero perso la presidenza di Ratti. La scranno in più, sarebbe andato a Confindustria e Italcementi, pronte a indicare come consigliere delegato il vicepresidente di Italcementi Pierfranco Barabani. Solo che Sea, a quanto pare, sarebbe pronta a mettersi di traverso dettando anche le sue condizioni.
Ma non comanda la maggioranza?
Dettare? Se non gli sta bene, la Sea stia a casa sua.
A Orio non si viene a dettare proprio un bel niente.