Brembo: i sindacati sul piede di guerra
BERGAMO — “Oggi con la rsu e le altre organizzazioni sindacali verranno decise nuove iniziative per le prossime settimane dal momento che, fino ad ora, la direzione della Brembo non ha nemmeno provato a convocare un incontro in cui tentare di portare a soluzione il confronto in atto”. Così Giuseppe Severgnini, della Fiom-Cgil di Bergamo, tramite una nota, informa della volontà dei sindacati di proseguire gli scioperi contro la Brembo spa per il rinnovo del contratto integrativo, scaduto da un anno e mezzo.
La dichiarazione del sindacato arriva a pochi giorni dalla conclusione delle della protesta iniziata il 25 maggio scorso (giovedì 17 e venerdì 18 le ultime 8 ore di mobilitazione nella fonderia di alluminio di Mapello, in provincia di Bergamo). Lo sciopero era stato indetto dopo la rottura fra Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e Brembo spa sul rinnovo del contratto integrativo. Causa dell’interruzione della trattativa l'”insufficiente proposta economica dei premi, scarsi impegni migliorativi in tema di ambiente di lavoro nei reparti di produzione, poca sostanza nel percorso di conferma dei lavoratori precari da parte della societa’”.
“Siamo -aggiunge Severgnini- addirittura di fronte a iniziative aziendali che superano i confini della legalità: in beffa a quanto vietato dallo Statuto dei lavoratori ci risulta siano stati incaricati i responsabili di turno e reparto per fare indagini preventive sull’adesione agli scioperi”.
Senza ombra di dubbio, se gli scioperi già attuati fossero stati organizzati in maniera decente avrebbero avuto una maggiore risonanza. Il vero problema di questo decadimento generale è che trasversalmente alle classi lavorative e ai ruoli istituzionali, è assente qualsiasi forma di morale. Lo si può osservare nei manager, le cui scelte sono focalizzate esclusivamente sull’incrementare i loro guadagni e privilegi personali a scapito dell’aziende per quali lavorano e dei lavoratori che gestiscono; nei sindacati, sempre pronti ad alzar la voce negli studi televisivi senza poi muovere un dito per risolvere i problemi sul campo e tutelare chi li sostiene (in fondo i contrasti sociali solo un terreno fertile che dona molti frutti…perchè privarsene?); nei lavoratori, sempre pronti a lamentarsi ma mai ad affrontare i problemi che li (ci) toccano con un minimo di solidarietà o di lungimiranza (…in fondo perchè scioperare? perderei una giornata di stipendio… lasciamo che scioperino i “patacca”, se poi l’aumento arriverà, arriverà anche a me ugualmente, giusto?!?)