La sinistra e l’ossessione della città militarizzata
Guardo le cronache e vedo gli alpini che salvano un giovane in overdose. Giro per il centro città e su alcuni muri scorgo volantini targati “anarchia” con scritto: “Caution, Stato di Polizia, no ai militari per le strade”. Torno a casa e leggo sul blog dell’onorevole Misiani, autorevole esponente del Pd e in passato del Pds-Ds, che “Bergamo non è Beirut e non ha bisogno di essere militarizzata”.
Eppure trovo singolare che a parlare di militarizzazione siano proprio i nipotini del Partito Comunista, il partito che diede il via all’ultima invasione armata di una città sovrana che la storia d’Europa ricordi: quella di Praga del 1968. Quarant’anni e mille ripensamenti dopo, i discendenti del comunismo e i loro derivati professano pacifismo ad oltranza e dicono “no” ai nostri alpini che, badate, non hanno alcuna intenzione di andare a Palafrizzoni a rovesciare il sindaco, ma solo di far girare al largo certi brutti ceffi che imperversano in alcune vie della città.
Nelle prime due settimane di attività, affiancati da polizia e carabinieri, hanno effettuato un arresto, tre fermi, due sequestri di droga, un sequestro d’armi da taglio e sette denunce per reati minori.
Al contrario non ci sembra di aver visto, ma potremmo sbagliare, alcun carro armato schierato a Porta Nuova. Nessun obice semovente sul Sentierone. E l’ultimo pezzo d’artiglieria comparso a Bergamo ci risulta essere un cannone del 1915. Fa parte della collezione storica della Rocca. Ed è lì dal Dopoguerra a fare da guardia alla rivoltella regalata da Garibaldi a Dionigi Zanchi, alle divise dei Cacciatori delle Alpi e ai busti ottocenteschi di Camozzi, Nullo, Piccinini e Tasca.
Insomma, a Bergamo ci sono più militari nei musei che per le strade. Ma non per questo qualcuno si sogna d’affermare che siamo alla vigilia del Risorgimento.
WP
Caro direttore, non ho mai detto alcun “no” agli alpini in città. Da ex assessore alla sicurezza (che all’epoca dell’invasione sovietica di Praga, nell’agosto 1968, non era ancora nato…) non appartengo proprio alla categoria dei pacifisti ad oltranza allergici alle divise. Rimango però piuttosto scettico rispetto alla possibilità di tre-alpini-tre di fare la differenza per quanto riguarda la sicurezza in città. Permettimi una auto-citazione: “Piuttosto che niente, meglio piuttosto. Ma guai ad illudere i cittadini con le operazioni di immagine. I trenta soldati che, stando agli annunci, verranno inviati nella bergamasca possono essere utili, se impiegati con intelligenza.” E’ l’incipit dello stesso post che tu citi nell’articolo.
Un caro saluto (e i miei complimenti per il giornale).
Antonio Misiani